Scopri tutti i barch!

“Per conservare il fieno nei prati dove era stato prodotto o dove sarebbe stato consumato, esistevano due soluzioni principali: allestire una meta (méda-méa), cioè un covone, oppure costruire e caricare un barch. La realizzazione di un barch o di una méda risultava decisamente meno onerosa rispetto alla costruzione di un fienile e, soprattutto, poteva essere allestita direttamente nei luoghi dello sfalcio.

I barch venivano dotati di un tettuccio mobile (cuèrt), che poteva essere realizzato con materiali diversi a seconda delle zone: paglia, canna palustre, mannelli di faggio, come i fojaroi del Grappa, oppure erbe alte (pajon). La disposizione dei mannelli, disposti a falde sovrapposte, aveva la caratteristica di avere tetti piuttosto acuminati, favorendo così lo scorrimento dell’acqua. Inoltre, la pendenza del tetto era maggiore in montagna, per permettere un rapido scivolamento della neve.”

Introduzione di Daniela Perco
Antropologa , gruppo di lavoro progetto Barch Art

#01 senti.menti

La fortuna di uno sguardo sul presente è un lavoro complesso, di impegno sempre nuovo e disponibilità al dialogo futuro.

#03 salta.tempo

Ragionar sul tempo che corre e scorre la campagna e le stagioni, una sorta di clessidra che misura epoche biografiche più che temporali

#04 in.segno

Il tema della relazione e del legame dei “di.versi”, grazie ad un lavoro che s’interroga su tutte le dimensioni prospettiche e spaziali del barch

#05 specchio.rifletto

Una scultura che testimonia l’interdipendenza di relazioni e mansioni che la filiera della fenadora chiama

#06 giro.giro.mondo

È un tributo al paesaggio e alla centralità del barch nella sua terra, all’incontro dei monti con la sua gente, alle genti che han strappato terra fertile agli scoscesi delle montagne.

#07 capo.volti

Richiamando sia il tema dell’illusione che del locus amenus della memoria, vogliamo proporre dei montanti della storia che affondano il tempo ed il terreno.

#08 non.ti.scordar.dime

Un testimone per tutti i barch che v’erano e son scomparsi. Proprio del tema della memoria sommersa, ecco il barch che la celebra nella forma più didascalica e grazie al massimo gradiente di prospettiva espressa.

#09 con.prendere

Il principio di proiezione delle forme solide permette sia di traslarle sul piano longitudinale, che di proiettarle in senso ortogonale.

#10 fortissima.mente.valli

La natura comanda ed è germinale come il suo barch, che, legandosi alla chioma e alla forma arborea di sfondo, diventa quasi un elemento costitutivo della sua “filiera”.

#11 tre.per.te.nuove

Il tema della dualità accompagna il cammino e, da un lato lega arte e pubblico, dall’altro campagna e natura. Tre.per.tre.nuove è, idealmente, la celebrazione dell’insieme statico e dell’unione dei diversi, della coesione e della sincresia tra “tesi, antisi e sintesi”.

#12 spazia.tempo

Il tema proposto vuole un riferimento marcato alla relatività della fisica contemporanea, alla compresenza di dimensioni sociali quali il contemporaneo e la memoria, al moderno appena passato ma non per questo non attuale.

#14 senti.come.chiome

Ricostruiamo e facciam sbocciare, idealmente, le chiome degli alberi che andremo a sfoltire per permettere la visone del barch; dei montanti naturali che, in corrispondenza dei montanti frontali del barch, si va a conciliare e armonizzare nel paesaggio.

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