#14
senti.come.chiome (Di.Venti)
BARCH: proprietà De Bortoli Bianco
AVABARCH: proprietà Comune di Fonzaso
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BARCH ART: ARTE PARTECIPATA
ivan: I codici che ho utilizzato in Barch Art sono per me dei codici e dei processi di soglia, per quanto ho già costruito e proposto sculture lignee e sto esplorando il tema dell’anamorfosi e della ricomposizione delle forme nello spazio, come a me più piace chiamarlo, forme umane o forme di materia che esse siano da una certa prospettiva. Diciamo che non sono uso a un codice che fa di costruiti e di una relazione così intima e così specifica con gli ambienti d’intorno un luogo comune, per me.
Barch Art è stato innanzi tutto immaginare come aumentare la dimensione del parco grazie ai barch che ormai a riposo costellavano la campagna fonzasina. Quindi, il tema dell’anamorfosi e di porre l’avabarch, quindi questa struttura lignea, composta da unità seriali, quindi questo massello di sei metri per questi travi di venti, come delle unità, degli elementari della memoria e della socialità che si riproponevano, era innanzitutto il tentativo di mettere in relazione, e quindi in discorso, due luoghi che magari potevano essere distanti dal punto di vista della passeggiata, all’interno della campagna dove invece poi il barch è stato segnalato. Quindi l’avabarch ha avuto innanzitutto uno slancio che è stato quello di aumentare ed elevare la dimensione del cammino e anche la centralità del tetto del barch ormai crollato. Per la sua colorazione, per gli elementi di scrittura ci stiamo affidando all’idea che gli oggetti siano visibili, marcanti, ma altrettanto organici al territorio in termini cromatici, quindi rossi, gialli, blu, sono ovviamente colori della campagna che nel periodo della primavera, ma anche tra autunno e inverno differentemente si accendono e possiamo esplorare. La composizione delle forme degli avabarch e la scrittura richiama chiaramente i codici miei e propri della poesia di strada e dell’assalto poetico come io lo intendo, e abbiamo sicuramente uno spiccato lavoro attraverso una sorta di geometria base che ci ha permesso di organizzare non solo lo spazio intorno alla scultura ma proprio tutto il paesaggio, che è diventato un elemento quasi a risonanza e a controcanto di quella che è stata poi l’azione antropica, quindi umana.
Barch Art quindi fatto di legna, di tagli, di misure, di ricomposizioni, di scomposizione, un Barch Art totalmente naturale, dove nessun elemento che è stato posto in campagna non era un elemento già organico, quindi legnami e scavitotalmente sostenibili da un punto ecologico ma anche proprio dal punto di vista metodologico.
Quindi Barch Art è poesia, scultura e arte partecipata.


Ricostruiamo e facciam sbocciare, idealmente, le chiome degli alberi che andremo a sfoltire per permettere la visone del barch; dei montanti naturali che, in corrispondenza dei montanti frontali del barch, si va a conciliare e armonizzare nel paesaggio. Come a proporre delle alzate per dei rami che fioccano dai bordi esterni del tetto del barch, verso un’idea di natura rigogliosa e (per) sempre viva. Un luogo che sboccia fisicamente e attrae lo spazio in un’unica dimensione di prospettive di sguardo e di ragionamento.
– ivan