#5
specchio.rifletto (In.Tralcio)
BARCH: proprietà Sebben Angelo Giovanni
AVABARCH: proprietà De Boni Ludovico/ Slongo Gianni
I TAGLI DEL FIENO
[parlando dei tre tagli del fieno]
Sebben Gian Vittorio: Uno lo faceva adesso qua a metà maggio, male che andava, perché allora, come giù a Agana là c’era il consorzio, avevano fatto che buttavano su, c’era l’acqua dal Cismon, e ognuno, tu oggi, lui domani, io dopodomani, e allora l’erba cresceva in fretta. Dove non arrivava l’acqua, eh praticamente…allora là magari facevano anche quattro tagli, dove c’era l’acqua…allora ce n’era in abbondanza, mi ricordo quando faceva, noi si chiamavano mezzo alluvione, però veniva fuori da… era il Cismon era sempre pieno di acqua. Tante volte…. andavi via, là al Cismon, facevi 50 metri, avevi … trote, c’erano i … pesci in volontà, pescavano tutti, più ne prendevi e più ce n’era. Mi ricordo che l’acqua dal Cismon si beveva, vai a berla adesso!
Sebben Gian Vittorio: El fén, l’ardìva e il tertharìn
In: E il quarto?
Sebben Gian Vittorio: El quartarìn
In: El fen?
Sebben Gian Vittorio: È il primo taglio
In: El fen è il primo taglio, quello a maggio
Sebben Gian Vittorio: L’ardiva sarebbe il secondo taglio, el tertharin è il terzo. El quartarin. Perché dopo arrivavano le pecore, era i pastori de Lamon, ghe n’eran un fracco de là, allora cercavano de, chi aveva bisogno, se l’autunno andava bene, facevano anche il quarto taglio. Dove c’era l’acqua, lo facevano dappertutto. E allora quello lo mettevano da parte quando la vacca partoriva, parché era più sostanzioso, era più fresco, era bello verde. Dopo gli davano, mischiavano el fieno, perché si tagliava giù col ferro da fieno.


Una scultura che testimonia l’interdipendenza di relazioni e mansioni che la filiera della fenadora chiama. Ognuno di noi da solo non vale nulla e basta un passo per cambiare punto di vista per e tra sé e sé. Un intreccio di legname come arbusti e paglia accatastata, che vuole richiamare l’anima del barch, talvolta invisibile ma sempre essenziale agli occhi. Un lavoro che non dimentica i campi ma anche le sue vigne, in una prospettiva d’orizzonte di.vino, per non scordar di tener sempre l’animo vivo.
– ivan